Anche nel 2023, per molte aziende, le trasferte di lavoro rimangono indispensabili. Per effettuare i suoi spostamenti il lavoratore può usare i mezzi di trasporto pubblici. Ma quando non è possibile viaggiare con questi mezzi e l’azienda non possiede veicoli propri, il dipendente usa la propria auto per spostarsi e ha quindi diritto a un rimborso dei costi sostenuti sotto forma di rimborso chilometrico. Un modo di rimborso complesso che chiariremo per voi in questo articolo!

Quali sono i requisiti necessari per richiedere un rimborso chilometrico

Ciascuna trasferta implica necessariamente il pagamento dei costi relativi ai mezzi di trasporto. Quando vengono usati i mezzi di trasporto pubblici (treno, aereo, metro, autobus) la modalità di rimborso è semplice. Per calcolare l’importo da restituire, il dipendente deve solo fornire giustificativi delle sue spese, come gli scontrini o le ricevute dei biglietti, insieme alla nota spese debitamente compilata.

Nel caso di trasferte realizzate dal dipendente con la sua auto personale il processo per calcolare e procedere al rimborso è più complicato. Quando il luogo della trasferta non è raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblici e l’azienda non dispone di veicoli, il dipendente usa una vettura di sua proprietà o in leasing. In questo caso il lavoratore dipendente ha diritto ad un rimborso chilometrico. Diverso dal rimborso analitico (a piè di lista) o forfettario, questa modalità di rimborsi implica numerose condizioni e regole.

Quali documenti sono necessari?

Il rimborso chilometrico è un indennizzo giornaliero concesso ad un lavoratore dipendente che utilizza un proprio veicolo per effettuare una trasferta lavorativa. Il datore di lavoro non deve fornire alcuna autorizzazione preventiva sia in caso di una trasferta all’interno del territorio comunale che al di fuori di quest’ultimo. Il dipendente deve conservare tutti i documenti necessari per dimostrare i costi sostenuti e calcolare l’importo da rimborsare. Senza questa documentazione non sarà infatti possibile richiedere il rimborso chilometrico.

Calcolo del rimborso chilometrico: come avviene?

Una volta soddisfatti i requisiti per poter richiedere il rimborso chilometrico, è necessario conoscere una serie di informazioni sul veicolo per poter calcolare l’importo da rimborsare.

Devono essere presi in considerazione i seguenti aspetti:

  • La tipologia del veicolo (valore, usura, anno, assicurazione)
  • Il tipo di carburante usato
  • la normativa
  • la tassazione e la deducibilità
  • i chilometri percorsi
  • il comune nel quale è avvenuta la trasferta

Esistono due tipologie di spese che rientrano nel calcolo del rimborso chilometrico:

  • Le spese proporzionali che aumentano insieme al tempo di utilizzo del mezzo di trasporto, sono la benzina o il gasolio.
  • Le spese non proporzionali che hanno una tariffa fissa, sono i pedaggi autostradali.

richiedi una demo N2F

Il ruolo delle tabelle ACI 2023 per il calcolo del rimborso chilometrico delle spese carburante

Con tanti criteri e documentazioni da valutare, può essere complicato per l’azienda calcolare l’importo esatto del rimborso chilometrico. Questo calcolo è semplificato grazie alle tabelle ACI, un servizio tramite il quale calcolare in modo semplice ed efficiente i costi necessari alla realizzazione di una trasferta lavorativa con un veicolo di proprietà del dipendente. Queste tabelle sono quindi una buona soluzione per capire l’importo da restituire sotto forma di rimborso chilometrico ai propri dipendenti.

I dati riportati su queste tabelle vengono aggiornati due volte l’anno e sono calcolati dall’ACI tenendo conto delle diverse tipologie di veicoli e delle tariffe del carburante (benzina, gasolio e metano) comunicate dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si possono consultare le ultime tabelle ACI nella Gazzetta Ufficiale pubblicata dall’Agenzia delle Entrate. Il datore di lavoro può così scegliere se calcolare personalmente l’importo dovuto al lavoratore dipendente o se usare il software messo a disposizione, registrandosi al sito dell’ACI.

Al fine di poter utilizzare questo servizio è indispensabile inserire correttamente tutti i dati relativi alle spese di viaggio. E’ quindi necessario che il lavoratore dipendente conservi i documenti in base ai quali ha compilato il modulo di rimborso (ricevute, scontrini, fatture) per poter fornire una documentazione completa.

Quali sono i cambiamenti per l’anno 2023

Le tabelle Aci 2023 sono state pubblicate il 28 dicembre 2022 nella Gazzetta Ufficiale numero 302 e, come già detto, servono come base per calcolare il compenso in natura per i veicoli concessi in uso promiscuo ai dipendenti nonché i rimborsi chilometrici per i dipendenti che utilizzano i propri mezzi di trasporto.

Le tabelle sono attualmente 11:

  1. Autoveicoli a gasolio in produzione
  2. Autoveicoli a benzina-gpl e benzina-metano in produzione
  3. Autoveicoli ibrido-benzina e ibrido-gasolio in produzione (mild hybrid e full hybrid)
  4. Autoveicoli elettrici ed ibridi plug-in (benzina e diesel) in produzione
  5. Autoveicoli a benzina fuori produzione
  6. Autoveicoli a gasolio fuori produzione
  7. Autoveicoli a benzina-gpl e benzina-metano fuori produzione
  8. Autoveicoli ibrido-benzina e ibrido-gasolio fuori produzione (mild hybrid e full hybrid)
  9. Autoveicoli elettrici e ibridi plug-in (benzina e diesel) fuori produzione
  10. Motoveicoli (ciclomotori, microcar e motocicli)
  11. Autocaravan

Vi ricordiamo che per i veicoli di nuova immatricolazione concessi in uso promiscuo, la percentuale per il calcolo dei fringe benefit varia a seconda della quantità di emissioni di anidride carbonica.

Il funzionamento fiscale del rimborso chilometrico: tassazione e deducibilità

Per calcolare l’importo del rimborso chilometrico, il datore di lavoro deve valutare la natura fiscale del rimborso. Se è in capo al lavoratore dipendente, deve valutare se il rimborso deve essere tassato. Se invece è in capo all’azienda, deve valutare se sono costi deducibili.

Il luogo della trasferta è un dato indispensabile per capire se l’importo del rimborso chilometrico è oggetto di tassazione. Sono tre i casi che determinano il regime fiscale del rimborso chilometrico:

  • La trasferta lavorativa si svolge all’interno del comune in cui si trova la sede dell’azienda: in questo caso il rimborso chilometrico concorre a formare il reddito del lavoratore. Non è quindi deducibile ma, al contrario, deve essere tassato.
  • La trasferta lavorativa avviene al di fuori del comune in cui si trova la sede dell’azienda: in questo caso il rimborso chilometrico è deducibile, quindi esente da tassazione.
  • Il punto di partenza del lavoratore per raggiungere in luogo della trasferta non è la sede dell’azienda ma la propria residenza: in questo caso, se la distanza tra la destinazione e la casa del dipendente è superiore alla distanza tra il luogo della trasferta e la sede dell’azienda, il rimborso concorre a formare il reddito ed è quindi tassato.

In più, perché il rimborso chilometrico sia deducibile, il dipendente si deve assicurare che la propria vettura non superi 17 cavalli fiscali per un’auto a benzina e 20 cavalli fiscali per un auto diesel. In caso contrario, il rimborso non sarà al 100% e  bisognera consultare le tabelle ACI

Per le società che usano il rimborso chilometrico, seguire tutti gli aggiornamenti può essere fastidiosoGrazie a N2F, è possibile aggiornare in modo semplice le indennità chilometriche. Per saperne di più, contattate subito il nostro team o scaricate la nostra versione di prova.

Per le società che usano il rimborso chilometrico, seguire tutti gli aggiornamenti può essere fastidioso. Grazie a N2F, è possibile aggiornare in modo semplice le indennità chilometriche. Per saperne di più, contattate subito il nostro team o scaricate la nostra versione di prova.