Anche nel 2022, per molte aziende, le trasferte di lavoro rimangono indispensabili. Per effettuare i suoi spostamenti il lavoratore può usare i mezzi di trasporto pubblici. Ma quando non è possibile viaggiare con questi mezzi e l’azienda non possiede veicoli propri, il dipendente usa la propria auto per spostarsi e ha quindi diritto a un rimborso dei costi sostenuti sotto forma di rimborso chilometrico. Un modo di rimborso complesso che chiariremo per voi in questo articolo!
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In questo periodo di crisi sanitaria, le aziende non solo devono garantire ai propri dipendenti un ambiente di lavoro protetto, nel rispetto dei diversi protocolli, ma devono anche consentire e facilitare la ripresa degli spostamenti sul territorio nazionale e internazionale.
A tal proposito, il datore di lavoro o/e il responsabile delle risorse umane, prima di autorizzare una trasferta, devono innanzitutto valutare con il medico competente e il responsabile del servizio di protezione e prevenzione, l’andamento epidemiologico delle sedi di destinazione e le eventuali restrizioni a carico del dipendente (obbligo di quarantena all’andata e al ritorno, test…).
Una volta accertato che la situazione epidemiologica non è critica, ovvero che il lavoratore non corre un rischio maggiore, ecco cosa c’è da sapere per poter organizzare una trasferta senza rischi.
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Quale che sia la propria attività imprenditoriale, presto o tardi ci si trova di fronte all’obbligo di liquidazione dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto), che sopravviene al termine di un determinato periodo fiscale. Tutte le attività sono infatti tenute al calcolo dell’importo di tale imposta per le fatture emesse e per quelle ricevute dai fornitori. Quello che cambia è la periodicità della liquidazione che può avvenire su base mensile o trimestrale.
Come gestire la liquidazione trimestrale dell’IVA? Quali sono le tappe fondamentali per espletare correttamente quest’obbligo fiscale? Ecco i nostri consigli 👇
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Obiettivo crescita e sviluppo. A partire dal 2015, il Governo italiano, in linea con le direttive europee a sostegno dell’Industria 4.0, ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali a favore delle aziende ubicate sul territorio nazionale al fine di incentivarne lo sviluppo. La Legge di Bilancio 2020 ha modificato il meccanismo di queste agevolazioni e ne ha esteso la portata anche all’acquisto di software. La nuova normativa prevede, infatti, il superamento dei concetti di superammortamento e iperammortamento con cui si maggiorava il costo di acquisizione di beni nuovi per il calcolo delle imposte sui redditi, rispettivamente del 40% e del 150%.
Viene così introdotto il concetto di credito d’imposta, calcolato di volta in volta in base al tipo di bene, all’anno fiscale di acquisito e al valore dell’investimento. Cosa prevede e a quali spese si applica? Ecco il nostro approfondimento.
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La parola d’ordine è controllo. Controllare i registri contabili, controllare che corrispondano perfettamente ai movimenti bancari registrati sull’estratto conto aziendale, controllare insomma che i flussi di cassa in entrata e in uscita siano coerenti con la situazione contabile della società. Di cosa stiamo parlando? Della riconciliazione bancaria. Si tratta di quel processo di verifica dei conti che permette di individuare, e correggere, eventuali anomalie e discrepanze tra i registri contabili e gli estratti conto bancari. Obiettivo? Monitorare la salute finanziaria dell’azienda per poter prendere le migliori decisioni strategiche per il suo sviluppo. Stanchi di analizzare più e più volte i vostri conti che non tornano? Seguite i nostri consigli per una riconciliazione bancaria veloce ed efficace.
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